Il 6 ottobre 2011 su invito del rettore dell’Università Statale Russa di Economia e Commercio (RSUTE) e presidente del Comitato russo di solidarietà con i popoli della Libia e della Siria Sergey Nikolaevich Baburin, l’ambasciatore della Repubblica Araba Siriana in Russia Sua Eccellenza Mohamed Riad Haddad ha tenuto un discorso presso una sala dell’Università.
Alla tavola rotonda, denominata “La situazione in Siria: tendenze e previsioni”, hanno partecipato anche insegnanti e studenti dell’RSUTE, studiosi orientalisti, rappresentanti del Comitato russo di Solidarietà con i popoli della Libia e Siria, dell’Organizzazione Interregionale Pubblica “Veche” e di altre organizzazioni pubbliche, i rappresentanti della diaspora siriana in Russia, compresi i fondatori del Comitato Siriano di Unità Nazionale, oltre a vari blogger che scrivono di temi politici e giornalisti. La tavola rotonda è stata, inoltre, collegata in video-conferenza con 15 città russe, per permettere agli studenti e insegnanti delle filiali dell’Università di prendere parte alla discussione.
L’Ambasciatore siriano ha annunciato ufficialmente che i dirigenti della Siria continueranno la rotta verso le riforme annunciate e si opporranno sempre a qualsiasi interferenza esterna negli affari interni dello Stato: «Tali interferenze non sono finalizzate a preservare l’integrità della Siria, ma a risolvere i problemi nel Paese con l’uso della forza armata». Secondo l’ambasciatore, in cambio della revoca delle sanzioni contro la Siria si richiede di abbandonare il sostegno alla resistenza araba e al popolo palestinese. Riad Haddad ha anche fatto notare che il rappresentante ufficiale degli Stati Uniti ha dichiarato pubblicamente che non servono delle riforme in Siria, ma si mira al cambiamento di regime.
In collegamento televisivo dalla città di Kemerovo all’ambasciatore è stato chiesto del ruolo di “Al Qaeda” negli eventi in Siria. L’ambasciatore ha risposto che la partecipazione di “Al Qaeda” non indica che si è in presenza del biglietto da visita dell’appartenenza a questa organizzazione. “Al Qaeda” è, soprattutto, una ideologia, un modo di pensare, l’orientamento all’estremismo, al terrorismo, la creazione della paura e delle guerre intestine all’interno di un popolo, la chiamata all’omicidio. Tutto ciò lo vediamo oggi all’opera in Siria.
Il Professor Musin dell’RSUTE ha chiesto che cosa sta facendo la Siria per contrastare la guerra d’informazione contro il Paese. Secondo l’ambasciatore, contro la Siria in realtà si svolge una guerra, e per l’80% questa guerra si svolge nel campo dell’informazione. La Siria non è in grado di affrontare ad armi pari questa potente macchina di propaganda mondiale. Per esempio, nella località di Jisr al-Shugur sono state trovate due fosse comuni con cadaveri di persone uccise dagli estremisti anti-governativi. Ottanta i corpi decomposti. Il governo siriano ha subito invitato tutti gli ambasciatori stranieri e i giornalisti dei principali mass media del mondo ad andare a vedere tutto di persona. Alcuni hanno rifiutato. Ma quelli che sono venuti, ed erano parecchi, non hanno scritto su questo ritrovamento nemmeno una riga. Riad Haddad in persona, durante questa visita, ha chiesto un commento all’ambasciatore statunitense in Siria su quello che ha visto, ma questi si è categoricamente rifiutato di commentare.
La Siria sta usando tutte le proprie, piuttosto modeste, possibilità. I mass media della Siria cercano di distribuire materiali veridici sulla reale situazione del Paese. E, naturalmente, i siriani hanno bisogno del sostegno dei giornalisti russi e dei blogger. Attualmente la Siria ha invitato i rappresentanti delle 12 maggiori agenzie d’informazione. L’ambasciatore ha anche promesso di trasmettere al Comitato russo di solidarietà con i popoli della Libia e della Siria dei video con i materiali e documenti che raccontano la guerra contro la Siria.
All’Ambasciatore della Repubblica araba siriana è stato anche chiesto in merito alla situazione in Libia. Secondo il suo parere, la Siria ha suoi principi politici, uno di questi è la non ingerenza negli affari interni di altri Stati. Dopo l’aggressione contro la Libia tutti hanno visto le sofferenze del popolo libico, le vittime e le distruzioni. La lezione libica dimostra che nessuno, compreso la NATO, può portare con la forza la democrazia in un qualunque Paese.
Piotr Rybakov, rappresentante della comunità online “Per Gheddafi e la sua gente”, ha detto che il primo dovere del presidente Al Asad, così come di qualsiasi capo di Stato, sia proteggere il suo popolo. Gli Stati Uniti pretendono di insegnare alla Siria come vivere, nonostante che la storia degli Stati Uniti ammonta a soli 200 anni, e ha chiesto all’ambasciatore quanti secoli è lunga la storia della Siria. L’ambasciatore Mohammed Riad Haddad ha risposto che la Siria ha una storia di 7.000 anni. E la cosa più importante è che durante tutto questo tempo non c’è stata nessuna guerra civile nel Paese. Ora l’Occidente sta accendendo in Siria, come già ha fatto in Iraq, i conflitti e le ostilità tra le fedi religiose.
E la domanda più pacifica è stata fatta da una studentessa in collegamento da Kazan: «a Kazan nel 2013 si svolgeranno le “Universiadi”. A quali specialità parteciperanno gli atleti siriani?».
Sorridente l’ambasciatore ha detto che gli atleti siriani gareggeranno principalmente nel salto in alto.
«State in attesa!» ha aggiunto ottimisticamente S. Baburin.